Scrittura SEO: di cosa stiamo parlando?

scrittura seo oriented
Marco Ponteprino

Marco Ponteprino

Articolista, Copywriter, Newser, SEO ma sopprattutto appassionato di Web & Web Marketing.
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Cos’è la scrittura SEO? Abbinare un testo scorrevole ad alcune basilari tecniche di posizionamento può non essere semplicissimo. I risultati però, possono essere ottimi sia in termini di visibilità che di efficacia dei contenuti.

Se lavori scrivendo articoli online, sai bene come la scorrevolezza e la qualità dei tuoi testi vada di pari passo con il posizionamento sui motori di ricerca.

Puoi essere un professionista della scrittura, ma se non sei in grado di sfruttare i canali che offre il Web per diffondere i tuoi contenuti, poche persone potranno fruire dei contenuti che intendi divulgare.

In questo senso dunque, dovresti seguire alcuni espedienti per poter far sì che Google prediliga i tuoi articoli rispetto a quelli della concorrenza. Ciò è possibile adottando “comportamenti graditi” al motore di ricerca e adattando i testi di conseguenza.

Quello che viene definito (in maniera piuttosto grezza) scrittura SEO, è proprio l’insieme di pratiche e abitudini che tendono a mettere in bella luce i contenuti rispetto al motore di ricerca.

Tali pratiche costituiscono una parte importante di ciò che viene definita come SEO onsite. Dunque va dunque curata con una certa meticolosità se vuoi ottenere risultati concreti.

Scrittura SEO oriented: scrivere per Google o per gli utenti?

The content is the king!” questo motto di Bill Gates è ripetuto come un mantra dai content creator di tutto il mondo. E a ragione.

A cosa può servire posizionarti se, una volta che il visitatore giunge sulla tua pagina/articolo, non trova ciò che stava cercando?

Quindi, in questo articolo non voglio assolutamente affermare che la qualità di un contenuto non conti, anzi. Alla lunga, scrivere tanto e bene, paga sempre e comunque. Ammesso ciò però, è inevitabile che seguire qualche direttiva per farsi belli agli occhi di Google non sia una brutta abitudine… tutt’altro.

Come vedrai di seguito, si tratta di una serie di accortezze piuttosto semplici, nulla di complesso o di tanto meno misterioso. Nonostante ciò ti posso assicurare che solo una minima parte di persone utilizza con costanza tali direttive, perché assolutamente convinte del fatto che “The content is the king” sia l’unica regola da seguire.

Se hai sempre scritto dando libertà alla tua fantasia e vuoi far cambiare marcia al tuo sito, segui queste semplici direttive dunque. A meno di non essere impegnato in settori ad alta competitività, avrai comunque dei vantaggi concreti già nel breve-medio periodo.

Alcune semplici abitudini

Prima di cominciare il discorso vero e proprio, vorrei puntualizzare una cosa. Non basta scrivere un articolo perfetto per poter arrivare primi su Google. Per ottenere questo prestigioso traguardo, concorrono una serie di fattori disparati come:

  • Domain Authority
  • Dominio Exact (solitamente premiato da Google)
  • Link esterni
  • Onsite (struttura interna del sito e altro)
  • Altri fattori

Quindi, soprattutto per le SERP più competitive, anche scrivere l’articolo migliore del mondo non potrebbe bastare per arrivare primo.

Per convincere che il tuo articolo sia pertinente, attraverso l’utilizzo di una determinata parola chiave che hai inserito, è comunque bene tenere sempre a mente alcuni principi. La query e la singola keyword sono due elementi fondamentali.

Stop words sì o stop words no? Congiunzioni, preposizioni e altre soluzioni che vanno a “intaccare” la keyword, possono renderla leggermente meno impattante a livello di posizionamento (soprattutto se sono più di una). Nonostante ciò, non dobbiamo mai dimenticare che la scorrevolezza del testo resta comunque un fattore da non trascurare.

Sotto questo punto di vista, mandare degli input chiari a Google è importante per mettersi in mostra e acquisire il suo apprezzamento al fine di scalare posizioni nelle sue pagine.

In tal senso, devi comprendere come i motori di ricerca non abbiano particolare tempo da perdere. Dunque, presenta la keyword il prima possibile, per poter dimostrare in maniera chiara l’oggetto che il tuo contenuto intende trattare.

Andando più a fondo su una tematica delicata come keyword, queste vanno solitamente posizionate:

  • nel titolo, possibilmente all’inizio;
  • all’inizio del testo;
  • nel primo H2.

Con queste semplicissime direttive, hai praticamente già realizzato un testo che, a grandi linee, può essere già considerato SEO oriented. Non è particolarmente difficile, vero?

Keyword density e Keyword stuffing

E la keyword density? Ho conosciuto persone fanatiche di questa pratica e altre che la trovano una semplice reminiscenza della SEO di vent’anni fa. All’epoca, si usava riempire il testo con parole chiave per spingere in maniera incisiva i propri contenuti sui motori di ricerca.

Chi lavora in Google, ovviamente, ha messo una pezza a questa situazione e oggi, l’abuso di parole chiave (ovvero Keyword stuffing), comporta penalizzazioni.

Dunque, qual è la percentuale giusta di parole chiave rispetto al testo di un articolo? Potenzialmente ho visto articoli in SERP a dir poco ostiche essere posizionate senza citare minimamente la keyword in questione. Ovviamente si tratta di casi limiti e di un lavoro in background costituito da un lavoro offsite estremamente efficace.

Se non puoi fare campagne di link building con decine o centinaia di link in entrata dunque, ottenere un risultato simile è molto difficile. Affidati dunque a uno strumento molto utile e, troppo spesso, sottovalutato come il buonsenso. Quando parli di un argomento specifico, è infatti pressoché inevitabile che lo citerai nel testo più volte.

In questo senso, al di là della presenza della keyword nuda e cruda, puoi comunque fruire, sia di varianti della stessa (plurale/singolare, modifica delle stop words), sia utilizzare LSI.
In questo modo, si rafforza il contesto intorno alla parola chiave vera e propria, senza riproporla per forza ogni due righe.

Latent Synaphtic Index, LSI

Ti ho accennato dei LSI poco fa… ma di cosa stiamo realmente parlando?

Su questo discorso potrei dilungarmi parecchio, quindi dovrò cercare di contenermi e di fare solo un breve cenno rispetto a questa importante risorsa.

Gli LSI sono parole che creano una sorta di contesto intorno a una keyword. Per esempio, se parli di penne, Google potrebbe avere difficoltà a intuire se ci riferiamo alla scrittura o agli uccelli. Utilizzando alcune parole, puoi rendere più facile il lavoro del motore di ricerca, accompagnandolo verso il reale significato del tuo articolo. Per esempio, puoi citare i termini: inchiostro, fogli e scrivere come LSI per chiarificare il contesto del tuo contenuto. Parole come volare, piume o becco, invece, possono far virare il discorso verso un altro settore.

Pur non essendo un essere pensante, Google (così come ogni altro search engine) si è sviluppato con il passare degli anni, arricchendosi di algoritmi sempre più complessi.

Dunque, il suo modo di operare è diventato molto articolato, tanto che alcuni operatori del settore e non, cominciano a considerarla come un’entità dotata di Intelligenza Artificiale.
Nonostante ciò non sia vero, Google è in grado di “captare” alcuni segnali, parole che seppur diverse dalla keyword principale vanno a collegarsi con il tema trattato.

Ciò consente al motore di ricerca di affrontare al meglio casi ambigui, in cui i sinonimi potrebbero creare delle SERP confuse.

Anche in caso di indirizzo chiaro, gli LSI ti sono comunque utili per rafforzare la keyword principale e rendere più pertinente il testo.

Se poi scrivi in maniera naturale e con cognizione di causa, avrai già notato come l’utilizzo di varianti della keyword e di LSI rientra, non solo nell’ottica della scrittura SEO, ma anche in un testo comunque scorrevole e fruibile dai tuoi visitatori.

La scrittura SEO oriented si sposa, molto più spesso di quanto si possa immaginare, con un testo piacevole alla lettura e ricco di contenuti.

Articoli esaustivi e scrittura in ottica SEO non sono agli antipodi, anzi…

Proprio su tale pensiero, vorrei concludere con una riflessione. Spesso si tende a vedere la scrittura SEO e la buona scrittura come contrapposti.

Secondo il mio punto di vista, in realtà si tratta di due mondi che si stanno gradualmente sovrapponendo.

Google è un servizio che ha tutto l’interesse del mondo a fornire SERP che propongono articoli esaustivi e di qualità. Per fare ciò però, deve per forza affidarsi agli algoritmi.
Gli algoritmi, con il passare degli anni sono stati (e saranno) sempre più ottimizzati al fine di premiare chi scrive bene, chi sa dimostrare l’argomento che intende trattare e chi è particolarmente attendibile.

Dunque, al di là di qualche trucchetto del mestiere che ti ho suggerito, scrivere contenuti di qualità, alla lunga, paga sempre.

Senza andare oltre al semplice posizionamento (parlando di CTA e conversioni) i testi esaurienti, correlati da immagini, video e altro materiale interessante, tenderanno sempre di più ad essere premiati da Google

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