Perché hanno tutti paura dei link esterni?

Link esterni
Marco Ponteprino

Marco Ponteprino

Articolista, Copywriter, Newser, SEO ma sopprattutto appassionato di Web & Web Marketing.
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Link esterni sì, no o forse: inutile spreco di link juice, un modo per allontanare i visitatori o una risorsa utile?

Se hai lavorato come articolista per terzi, probabilmente ti avranno dato una marea di regole da seguire durante la stesura dei contenuti, dalle più logiche fino a quelle più fantasiose.

Una delle poche direttive “universali” è proprio quella di non mettere mai link esterni o, se proprio obbligato, di impostare questi con l’attributo nofollow.

Un comandamento quasi ossessivo, sul quale vorrei fare qualche ragionamento in tua compagnia.

A determinare questa scelta, a primo impatto condivisibile, vi sono diversi potenziali fattori.

In primis, sotto il punto di vista dell’user experience, un link che punta verso un altro sito allontana l’attenzione visitatore da ciò che sta leggendo. Come puoi intuire facilmente, questo tipo di situazione non è molto vantaggiosa e va contro il principio di trattenere “quasi” a tutti i costi il lettore su ciò che gli stai proponendo.

In seconda battuta, sotto un’ottica più tecnica, questo tipo di comportamento può disperdere link juice, dirigendo la scansione dei bot verso altri lidi.

Ragionamenti leciti e, almeno in parte, condivisibili.

Puoi limitarti a non inserire link esterni sul tuo sito, darti una belle pacca sulla spalla ed essere convinto di aver fatto un buon lavoro. Ma è davvero così?

In realtà non è tutto così semplice.

Una doverosa premessa: l’attributo HTML target=_blank resta comunque d’obbligo. Se non lo sapessi, l’applicazione dello stesso su un link permette l’apertura dello stesso, ma in un’altra scheda del browser.

A meno di casi straordinari (la regola universale del dipende regna sovrana) questo attributo andrebbe applicato a tutti i link esterni che collochi nel tuo sito.

Link esterni e user experience

Ricevere link esterni è una priorità per qualunque sito online. Stiamo infatti parlando di un vero e proprio attestato di stima verso il progetto online che ottiene questo tipo di attenzione.

Questo premio, viene interpretato da Google secondo diversi criteri, come dominio da cui ha origine, anchor text e non solo.

Al di là di quello che è il discorso guest posting, di contro, dobbiamo ammettere che siamo tutti un po’ reticenti nel dispensare questa tipologia di connessione.

In molti casi però, questa ossessione non è motivata.

Per cercare di spiegarmi meglio, proverò a farti un esempio. In un articolo, magari un tutorial, può essere d’obbligo citare una determinata piattaforma o servizio.

Potresti comportarti dunque in due modi a tal proposito:

  1. menzionare la piattaforma senza link, con la conseguenza che l’utente cercherà lo stesso su Google, utilizzando la stessa scheda del browser e lasciando (forse per sempre) il tuo sito;
  2. citare la piattaforma con link (e attributo blank), consentendo al visitatore di accedere al servizio di cui stai parlando, ma con il tuo articolo sempre disponibile in secondo piano.
    Se stai proponendo un tutorial passo passo, con tutta probabilità lo stesso farà “la spola” tra le due schede aperte, tenendo comunque in grande considerazione il tuo contenuto.

Questo ragionamento può essere valido sotto la prospettiva dell’esperienza utente, ma per quanto concerne i motori di ricerca?

Questione SEO

Passiamo dunque a un discorso più tecnico, prendendo in considerazione l’aspetto SEO.

Ovvio, perdere link juice non fa mai piacere: detto ciò, tendo ad utilizzare alcune strategie banali, tanto ingenue da rendere le stesse praticamente “inesistenti” agli occhi di Google.

Di norma cerco di posizionare link esterni da metà articolo in poi. Non è sempre attuabile, ovvio, ma il concetto di mantenere i visitatori sul sito il più possibile è sempre valido.

Verso chi sto indirizzando il mio visitatore? Naturale che se mi riferisco a siti o testate giornalistiche molto famose, non vi sono particolari problemi.

Sto infatti direzionando il lettore verso contenuti di valore e, sotto questo punto di vista, mi sto quasi prendendo cura di lui. Evito, a prescindere, siti sprovvisti di protocollo HTTPS per ovvie ragioni di sicurezza.

Serve che ti ricordi di non linkare competitor? Direi proprio di no: bravi e ingenui sì, ma non stupidi.

Un discorso a parte, invece, potrebbe meritarlo l’anchor. Questo elemento è in molti casi uno dei più sottovalutati dai SEO freelance, anche quelli più esperti.

Se l’ancora ha un potenziale riferimento a una keyword/query, anche vago, a un articolo ottimizzato presente sul sito, un link esterno è controproducente: molto meglio un collegamento interno.

Anche in questo caso, si tratta di semplice logica: non serve una mente eccelsa per elaborare strategie di questo tipo di modus operandi.

E i nofollow?

L’attributo nofollow va a indicare ai motori di ricerca che, il link in questione, non deve essere considerato durante le scansioni.

A tal proposito, personalmente lo utilizzo quando devo citare una fonte, per esempio nel contesto di immagini o infografiche. Lo ritengo utile anche quando, nel contesto onsite, non voglio “ingarbugliare” troppo la struttura interna di un sito.

Senza scendere in dettagli o considerazioni sull’importanza o meno di link con questi attributi, puoi comunque considerare di usare tale soluzioni con molta più libertà rispetto ai dofollow.

Collegamento esterno: quando ha davvero senso?

Vorrei proporti un altro esempio pratico e reale di come considero utili i link esterni.

Gestisco da anni un sito a tema turistico. In questo contesto, spesso mi capita di affrontare argomenti che riguardano castelli o edifici storici.

Il focus del sito è legato alla modalità di visita delle strutture, agli orari e al costo dei biglietti.

Nonostante ciò, qualche cenno storico è praticamente d’obbligo. Se cito un regnante del sedicesimo secolo, tendo a linkare (con anchor il suo nome) un sito che approfondisce meglio la figura in questione.

D’altro canto si tratta di un argomento “limitrofo”, un vero e proprio approfondimento a parte che non posso affrontare a causa della natura della piattaforma.

Allo stesso modo, non mi faccio problemi a linkare siti istituzionali (quando funzionano) che possono essere di giovamento al visitatore, che si tratti di enti regionali o associazioni di un certo rilievo.

Un ultimo accorgimento: quando possibile, evita di rivolgerti a Wikipedia. Ormai è un po’ troppo inflazionata e, utilizzare un po’ di originalità, può aiutare piattaforme più verticali altrettanto meritevoli.

Ok, qui l’ho fatto. Giusto per prenderti un po’ in giro: d’altronde dovevo mettere un link esterno in un articolo che ne parla, anche solo per coerenza 😉

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